Alessandro D’Angelo, 1981. Sono nato ad Ascoli Piceno, e vivo in un paese della sua provincia.
Mi divido tra fotografia e agricoltura, nel senso che oltre alla fotografia porto avanti insieme alla mia ragazza e la famiglia, la sua azienda vitivinicola: guido il trattore, poto il vigneto ecc.
Sono stato fotografo di locali notturni, ho lavorato in studi pubblicitari e collaborato con fotografi di matrimonio. Ora mi dedico principalmente a progetti personali, pubblicazioni su magazine internazionali e lavori su commissione.
Cerco storie che parlino di passioni delle persone per le avventure o le piccole cose, per gli amori o le pazzie che si fanno nonostante difficoltà ed incertezze. Potrebbe essere scalare l’Everest o la febbre del sabato sera: non fa differenza.
Ho ottenuto vari premi e riconoscimenti internazionali, che sono importanti nella carriera ma non rappresentano mai un punto di arrivo.
Nei prossimi anni sposterò la mia attenzione verso la Russia e la Thailandia, due paesi in cui ho lavorato e ricchi di storie interessanti.
Quando hai iniziato a fotografare e perchè?
Alla fotografia sono arrivato tardi 2009/2010, dopo tante esperienze, tra cui principalmente, la musica. Dopo i miei studi in Beni Culturali ho iniziato impugnando come fanno molti, la vecchia fotocamera di mio padre.: una Yashica a pellicola. Fotografavo cose che mi piacevano, che mi colpivano o che volevo semplicemente ricordare, senza un senso logico. Poi tutto è cambiato. Come detto ho iniziato tardi ma forse per me è stato meglio così.
Per usare una frase estranea alla fotografia ma per me molto significativa: “Chi sa solo di Calcio, non sa nulla di Calcio!” José Mourinho (allenatore dell’Inter che vinse tutto).
Ho scelto la fotografia perché a differenza di altri “linguaggi” che ho approfondito , la fotografia è l’unica cosa che mi mette davanti alle cose, i luoghi, le persone.
Il tuo / i tuoi generi fotografici?
Principalmente la fotografia documentaria ed il ritratto. Per curiosità e studio approfondisco un po tutti i generi fotografici. Credo molto nelle contaminazioni.
La tua giornata tipo?
Esco a fotografare in maniera programmata per quanto possibile, diciamo che scatto poco e con molta progettualità, o almeno ci provo. Se non fotografo la mia giornata va così: mattina presto, gatto, cane, caffè, email. Poi vado in campagna se c’è da fare (c’è sempre da fare), il vigneto lo considero il mio ufficio dove mentre lavoro penso ai progetti da fare, mi vengono idee, e tramite smartphone rispondo a posta e telefonate “urgenti”. Pranzo all’italiana con la famiglia. Il pomeriggio ma ancor più spesso la sera, al computer si finalizzano i lavori, editing, post produzione e distribuzione, oppure si pianificano nuovi progetti tramite ricerche di informazioni e contatti. La notte solitamente dormo.
Puoi raccontarci la fotografia più importante della tua carriera o quella a cui tieni di più?
Non c’è una fotografia a cui tengo particolarmente, ne una che ha cambiato la mia carriera, almeno per ora. Ci si affeziona ad alcune foto come ai piccoli oggetti che riempiono le case e non si buttano mai. Più che altro quelle che mi porto dentro sono le fotografie che NON ho fatto, quelle che ho visto ma non sono riuscito a scattare, perché non ero pronto, perché ho sbagliato o perché non le ho raggiunte. Quelle non mi abbandonano mai.
Cosa c’è dentro la tua borsa fotografica?
Canon 5d MkIII – Obiettivo 24-70mm f2,8 – Obiettivo 50mm f1,8 – Flash cobra – trasmettitori/ricevitori flash – batterie – schede memoria – oggetti vari che finiscono dentro per vari motivi. A seconda dei lavori che devo svolgere e del luogo dove vado le attrezzature possono cambiare.
Cosa pensi di aggiungere a breve nella borsa e cosa invece pensi di dare via?
Beh, penso ogni anno di aggiungere qualcosa, ma poi non lo faccio mai. Probabilmente non mi serve nulla. Forse darò via la borsa.
Il sito di fotografia che visiti più spesso?
Quotidianamente mi diverto con Instagram, molti fotografi che ammiro tengono aggiornati i loro profili, in più scopro velocemente altre cose. Poi di li approfondisco sul web.
Seguo Burn magazine, Lens Culture le gallerie dei premi internazionali come il World Press Photo ecc. Internet è un mare dai mille venti, provi a tenere una rotta ma poi ti lasci trasportare alla deriva della curiosità.
Grazie Alessandro!