Sono Alvise Busetto, ho 23 anni e vivo a Mestre (Venezia). Ho iniziato il mio cammino nel mondo della fotografia collaborando con Il Gazzettino di Venezia, un quotidiano locale con il quale lavoro tutt’ora. L’esperienza maturata come fotogiornalista mi ha aperto la strada verso opportunità importanti: le mie fotografie sono state pubblicate su quotidiani nazionali ed esteri grazie alla mia collaborazione con LaPresse ed IPA Agency (in primis) ed in altre occasioni con agenzie quali ANSA, AP (Associated Press) ed EPA. Dal 2015 sono iscritto come pubblicista all’Ordine dei Giornalisti del Veneto.
Quando hai iniziato a fotografare e perchè?
Nel 2012 ho voltato le spalle ad altre opportunità lavorative e con assoluta convinzione ho iniziato il mio percorso come fotografo professionista. Tutto è iniziato un po’ casualmente e ho avuto una buona dose di fortuna. La cosa che più mi fa sorridere quando mi guardo indietro è che da bambino odiavo le foto e penso che alle volte la vita sia proprio un paradosso!
Il tuo / i tuoi generi fotografici?
Il genere che sento più mio è il fotogiornalismo: mi permette di stare sempre a contatto con persone e realtà differenti. Penso sia un lavoro di grande responsabilità, l’informazione è importante e dovrebbe essere fatta seriamente, anche se purtroppo non è sempre così. Mi occupo anche di reportage aziendali e fotografia di matrimonio (approcciandomi sempre con uno stile documentaristico). Il sogno nel cassetto sarebbe anche quello di lavorare come fotografo ai concerti, la musica gioca un ruolo molto importante nelle mie giornate.
La tua giornata tipo?
Dipende molto dagli impegni in agenda. Quando sono in turno per il giornale mi sveglio con calma, una bella colazione e mi preparo a vivere un po’ alla giornata aspettando le telefonate dalla redazione. Le mie giornate oscillano tra il “non ho nulla da fare” ed il “vorrei che un giorno durasse 48 ore”. La cosa che in ogni caso cerco di fare è quella di ottimizzare il tempo che ho a disposizione.
Puoi raccontarci la fotografia più importante della tua carriera o quella a cui tieni di più?
Sinceramente non saprei, a primo impatto mi viene in mente una fotografia che ho scattato a Michelle Obama a Venezia. Non è sicuramente tra le più “belle” che ho realizzato ma mi fa tornare in mente l’esperienza che ho vissuto. Ho seguito l’arrivo della First Lady in laguna e la visita alla Biennale di Venezia per LaPresse nel 2015. È stato emozionante perché ero stato inserito nel WHITE HOUSE PRESS POOL (conservo ancora l’accredito) e in quel momento ho sentito che stavo facendo qualcosa di davvero importante per la mia carriera. Sentivo la responsabilità di ripagare la fiducia che mi era stata data.
Cosa c’è dentro la tua borsa fotografica?
Nella mia borsa sono abituato a tenere sempre un po’ di tutto perché “non si sa mai”. Lavoro con due corpi macchina Nikon, una D800 e la nuova D500. Il mio parco ottiche è composto da: Nikon 24-120mm f/4, Nikon 70-200mm f/2.8, Nikon 50mm f/1.8G, Tokina 11-16 f/2.8. Nella borsa non può mancare il flash SB-700 e ho anche un duplicatore della Kenko sempre a portata di mano. Immancabili anche batterie, memorie di riserva e cavi vari. Nelle giornate più frenetiche porto con me un portatile ASUS e una scheda SD Toshiba WiFi così da poter spedire subito le fotografie alle agenzie.
Cosa pensi di aggiungere a breve nella borsa e cosa invece pensi di dare via?
Ho acquistato da poco la D500 e il grandangolo Tokina completando il mio corredo. Mi ritengo soddisfatto dell’attrezzatura che attualmente ho a disposizione anche se ovviamente (come tutti) mi piacerebbe avere sempre l’ultimo modello in borsa! La cosa che sto valutando in questo momento è quella di sostituire il mio SB-700 con un SB-910.
Il sito di fotografia che visiti più spesso?
Mi piace guardare le foto pubblicate sul sito di Internazionale e uso molto Instagram: ogni tanto tra il caos e le brutture della rete salta fuori anche qualcosa di buono. Ultimamente sono anche alle prese con il libro THE GOLD MEDALS (pubblicato da Contrasto), una lettura che parla degli ultimi 60 anni di fotogiornalismo proponendo le immagini vincitrici dei più importanti concorsi internazionali.
Grazie Alvise!
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