Angelo Cricchi è nato a Roma, Italia. Dopo una lunga carriera come atleta professionista, la sua passione si indirizza verso la fotografia. Come fotografo di moda ha collaborato con prestigiosi magazines internazionali, realizzando editoriali e ritratti di celebrities. Nel 1997 Angelo Cricchi fonda la sua casa di produzione, Lostandfound per la quale realizza campagne pubblicitarie per clienti internazionali come Kenzo, Miss Sixty e Gucci Dal 2001, Cricchi, si cimenta nella direzione di cortometraggi, video d’arte e fashion films. La sua ricerca personale si è sviluppata parallelamente ai sui lavori commerciali durante tutta la sua carriera. Dopo l’esibizione “Gloomy Sunday” al MAK a Vienna, nel 2009, riduce l’impegno nella fotografia di moda per concentrare la sua attenzione e il suo talento nella “fine art photography”. I suoi lavori sono stati esposti in musei ed istituzioni private in Italia, Olanda, Francia e in Austria. Vive e lavora a Roma.
Angelo Cricchi è Creative Director del Magazine Mia Le Journal, e Direttore del Fashion Dpt. presso l‘Istituto Superiore di Fotografia e Comunicazione Integrata di Roma.
Quando hai iniziato a fotografare e perchè?
È accaduto in due ”tranches”.
La prima a 25 anni appoggiato al cofano del cx pallas con il motore fuso, parcheggiato su un curvone della SS1 cassia,con in mano la lettera di sfratto da casa ed al telefono la fidanzata del tempo con cui mi stavo lasciando.
Decisi in quel momento che era troppo tardi per tornare indietro e che avrei fatto una vita non ordinaria.
La seconda, poco dopo, fotografando Sara una ragazza di cui ero insanamente innamorato. Quando ritirai il cibachrome dal laboratorio, un ritrattino virato in blu con dei filtri Cokin, mi resi conto che nella foto c’era tutto quello che pensavo di lei, e che non avevo più bisogno dell’originale (che era più difettoso).
Avevo capito che potevo raccontare il mio pensiero sulle persone, fotografandole.
Il tuo / i tuoi generi fotografici?
Non mi piacciono i generi. Li ritengo un retaggio del passato. Se vogliamo parlare di carriera, il mio bacino di utenza è stato il fashion. Credo però in un’attitudine. Alcuni hanno una crudezza nelle loro corde, altri un surrealismo, altri un senso della geometria e della composizione. Le mie fotografie tendono ad essere idealizzanti ed estetizzanti, ma questo non dipende dalla mia esperienza nel fashion.
La tua giornata tipo?
Ho scelto questa vita proprio per non averne, comunque vivo in un grande loft che mi fa da casa/studio e quindi sono pronto a lavorare h24.
Puoi raccontarci la fotografia più importante della tua carriera o quella a cui tieni di più?
Tra le tante ne scelgo una, la mia foto della FAMILY che rappresenta un momento particolare nella madre di tutti i viaggi, tre mesi percorrendo dalla sorgente alla foce il Rio delle Amazzoni fotografando in banco ottico con pellicole polaroid 55 negativo positivo (R:I:P)
Cosa c’è dentro la tua borsa fotografica?
In realtà le borse sono quattro:
per i ritratti una Linhof Folder Tecnica 4×5 con le sue lastre BN;
per i lavori personali (imaginary portrait) delle Hasselblad 6×6 o la Pentax 6×7 sempre rigorosamente in negativo colore 120;
per i lavori commerciali o per la serie painted una Nikon D810 con una D300 di supporto.
Cosa pensi di aggiungere a breve nella borsa e cosa invece pensi di dare via?
Nulla.
Il sito di fotografia che visiti più spesso?
Nessuno.
Grazie Angelo!
Link:
Sito web
Lostandfound
Mia le Journal
Istituto Superiore di Fotografia e Comunicazione Integrata