Sono Daniele Zarri, 43 anni consulente di vendita, nato a Ravenna, oggi vivo a Cervia un piccolo paese di 28.000 abitanti, la mancanza di metropoli vicine ha sicuramente influenzato la mia fotografia.
Le esperienze fotografiche non le misuro con contest o con apparizioni in libri/siti specializzati, piuttosto con esperienze condivise con altri autori che possano avermi dato stimoli giusti; ho incontrato persone chiave, di sicuro spessore nazionale ed internazionale, già dal mio approccio fino alla mia evoluzione, mi ritengo fortunato. Appartengo al collettivo italiano ItalianStreetEyes e membro attivo in WorldStreetPhotography.
Quando hai iniziato a fotografare e perchè?
Fotografo da sempre, con maggiore attenzione dal 2012, abbracciando diversi stili e con alcune soddisfazioni, per poi scoprire che l’approccio che più mi stimola viene chiamato street photography. Il 2014 combaciò con una mia esigenza personale di evasione, ho trovato in questo approccio fotografico un bell’equilibrio tra la mia persona, il mezzo che utilizzo e il mondo che mi circonda.
Il tuo / i tuoi generi fotografici?
Ho studiato diversi generi, ho cercato di capirne la poesia e la forza, come se avessi voluto provarmi addosso diversi vestiti, alla fine ho scelto forse, non quello che mi veste meglio, ma sicuramente quello con cui mi sento più a mio agio indossando una camera, rientrando nel genere Street Photography.
La tua giornata tipo?
Lavoro 6gg la settimana e ho famiglia con due figli; ritaglio alcune volte un’ora nella pausa pranzo o organizzo una giornata di ferie per dedicarmi alla fotografia, entrando in un’altra dimensione. Spesso quando ho voglia di cambiare scenario salgo in auto o treno per viaggi anche di ore, decidendo la sera prima la destinazione, ho ancora energie inespresse per le metropoli, la loro mancanza continua ad alimentare la mia curiosità. Il tempo dedicato alla fotografia in questo periodo è sempre più misurato, ho imparato a capire quando c’è energia giusta per scattare.
Quando sono in strada preferisco essere solo, scatto singolo e candid, non attendo; avere pazienza e aspettare per tempi lunghi è un’abilità che mi lascio per gli anni a venire, perciò per ora lavoro su qualcosa che mi incuriosisce sul momento o previsualizzandola poco prima. Non so se il tempo limitato dopo il lavoro o la famiglia abbiano influenzato questo stile di scatto, probabilmente è semplicemente come sono io, mi sforzo di volere tutto pianificato ma poi per forze di cose adoro gestire l’imprevisto.
Puoi raccontarci la fotografia più importante della tua carriera o quella a cui tieni di più?
Non è la fotografia più importante, forse se dovessi pensare in ambito internazionale il mio nome sarebbe più legato ad altra foto, ma questa mi piace particolarmente, forse perché scattata dove vivo, ma anche per la pulizia dello scatto e la sottile intuizione di giustapposizione mentre camminavo in spiaggia, tra la forma del capello al vento e la forma della nuvola, mi piace lavorare con pochi elementi quando possibile. Oggi ho un’enormità di scatti,ma nel portfolio ne tengo pochissimi che ogni tanto pigramente sostituisco.
Cosa c’è dentro la tua borsa fotografica?
Dentro la borsa che ho con me tutti i giorni non manca mai almeno una macchina digitale e una analogica, estremamente mal ridotte e sfruttate, mentre quando esco solitamente tendo a mettere in tasca patente, bancomat e contanti, una batteria di ricarica e fino ad oggi una Fuji X20 che ha uno zoom 28/105 equivalente (o una Nikon Df) al collo, oltre una Olympus XA1 basica che non necessita di batterie, qualche rullino nella tasca del giubbotto o marsupio, niente più…. Quando lo ricordo, il panno per obiettivi. La Reflex monta un obiettivo fisso 35mm 2.0 Nikon, raramente esco con zoom 28/105 Nikon, ho altri 4/5 obiettivi nell’armadio ma erano stati acquistati per altre tipologie di scatto.
Cosa pensi di aggiungere a breve nella borsa e cosa invece pensi di dare via?
La Nikon Df mi piace tantissimo per forma e performance, nelle mie juxtaposition scatto sempre una, massimo due volte e con la reflex sono più preciso, nella maggioranza dei casi preferisco essere meno invadente e prendo camere di dimensioni ridotte; credo aggiornerò la Fuji X20, con cui mi sono divertito parecchio, con una buona tascabile e magari una semplice LOMO LC-A da alternare con la Olympus XA1.
Il sito di fotografia che visiti più spesso?
Mi piace In-public, per il resto preferisco documentarmi sui siti personali di autori, anche italiani, ritengo ce ne siano alcuni meritevoli, con stili differenti dal mio, che osservo attentamente e rispetto.
Grazie Daniele!