Giorgio Cravero è nato nel 1975 a Torino, dove vive e lavora. Laureato in Comunicazione visiva all’Istituto Europeo di Design, inizia la sua carriera occupandosi di fotografia d’architettura e still life.
Muovendosi tra la fotografia tradizionale, digitale e le nuove tecnologie, spesso combina diverse tecniche per enfatizzare e comunicare il suo modo di percepire gli oggetti e lo spazio, utilizzando la luce per descriverne forma e materiali.
Nel 2012, dopo averne fatto parte come socio per due anni, acquisisce interamente Studio Blu, uno tra gli studi di still life più antichi e prestigiosi, affiancando alla storia ed alla tradizione di professionalità e qualità, l’esplorazione delle nuove tecnologie e dei nuovi mezzi di comunicazione. Dedicandosi alla produzione video oltre che fotografica crea un team di collaboratori in grado di fornire un unico linguaggio visivo declinabile sui diversi mezzi di comunicazione e, soprattutto, rinnova interamente lo studio, dando vita ad una struttura capace di seguire i lavori sotto ogni punto di vista, dalla creatività alla produzione e postproduzione degli stessi, concentrandosi maggiormente sul Beverages e Food.
Quando hai iniziato a fotografare e perchè?
Ho iniziato a circa 12 anni, con una Olympus OM1 (che ho ancora, naturalmente) presa in prestito da mio padre. Non so bene spiegare il perché, ma sono sempre stato attratto dall’idea di racchiudere in una cornice un mio sguardo. Sono sempre stato molto curioso ed affascinato dai particolari. Cercavo forse un modo per fissare quei dettagli e portarmeli dietro.
Il tuo / i tuoi generi fotografici?
Lavorativamente parlando, ormai mi occupo quasi solo di still life, in particolar modo di food e beverages. Naturalmente quando si tratta di ricerca i miei interessi non sono necessariamente vincolati ad un genere specifico. Diciamo che “non sono capace” di realizzare reportages. Ho sempre bisogno di calma e tempo per ragionare e lavorare con la luce.
La tua giornata tipo?
Arrivo in studio massimo alle 8 del mattino. Fino alle 9,30/10 rispondo alle mail, faccio preventivi ecc. Seguo diversi blog ed ultimamente diversi fotografi su Behance, mi piace vedere lavori di altri fotografi, soprattutto stranieri. È un modo per avere una visione più internazionale del proprio lavoro, cercare di capire quali sono le tendenze più attuali e, perché no, trarre ispirazione! Verso le 10, dopo l’ennesimo caffè, iniziano le vere attività di studio, dalla pianificazione alla realizzazione degli scatti ed alla loro revisione in postproduzione. Mediamente esco verso le 19/19.30.
Puoi raccontarci la fotografia più importante della tua carriera o quella a cui tieni di più?
Onestamente qua non saprei cosa rispondere. Sicuramente ci sono immagini che hanno rappresentato traguardi importanti per la mia carriera, ma difficilmente riesco ad affezionarmi per lungo tempo ad un’immagine. Subito inizio a vedere particolari che vorrei diversi, luci che cambierei… Insomma, non sono mai pienamente soddisfatto. Questo da una parte è sicuramente un lato del mio carattere complicato da gestire, ma dall’altra parte è anche quello che mi permettere di cercare sempre di migliorarmi, di andare oltre, di sperimentare sempre soluzioni nuove. Negli anni ho visto molti “colleghi” trovare una soluzione per risolvere un lavoro, ad esempio un particolare schema di luci, e riproporlo all’infinito negli anni. Io non ci riuscirei mai, sono molto facile alla noia.
Cosa c’è dentro la tua borsa fotografica?
Naturalmente il contenuto cambia a seconda del lavoro da svolgere, ma al 99% scatto in medio formato digitale, Hasselblad. Negli anni mi sono costruito un ampio parco ottiche (dal 24 mm al 120 macro ho tutte le ottiche) e apprezzo sempre la gigantesca latitudine di posa. Lavorando su food e beverages, pinzette, guanti bianchi, spruzzini diversi per le gocce e materiale per pulire gli oggetti non mancano mai, così come “pongo” per sistemare o sostenere gli oggetti più piccoli. Esposimetro e color checker sono preziosissimi ed ormai mi accompagnano da anni.
Cosa pensi di aggiungere a breve nella borsa e cosa invece pensi di dare via?
Partendo dal presupposto che avessi il tempo (ma soprattutto i mezzi) proverei qualsiasi cosa esca nel mercato della fotografia (luci, macchine ed accessori di ogni genere), negli ultimi anni sto cercando di sfruttare in modo diverso l’attrezzatura che ho, piuttosto che continuare a comprarne di nuova. Quest’anno ho iniziato a sperimentare dei piccoli flash a slitta ma con bulbo e piccola parabola. Non sono sicuramente il massimo della comodità in studio, ma le loro dimensioni ridotte ne fanno una soluzione unica per lo still life. Anche per la fotografia di liquidi, data la loro estrema velocità, sono estremamente utili.
Il sito di fotografia che visiti più spesso?
AtEdge che grazie all’alto numero di fotografi rappresentati ed alla loro qualità, è una fonte inesauribile di ispirazione e scoperta. Come dicevo già prima anche Behance è una tappa fondamentale delle mie scorribande su web.
Grazie Giorgio!
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