Giulia Hrvatin, nata nel 1989 a Roma, dove sono cresciuta e vivo tuttora. Fin dalla tenera età sono stata attratta dalle arti visive. Esprimermi per immagini mi viene spontaneo, ho iniziato con il disegno, per proseguire con il cinema fino ad arrivare a quella che ho capito essere la mia strada, la fotografia. Dopo il liceo ho studiato illustrazione alla Scuola Internazionale di Comics, mi sono laureata in Cinema e Arti della Visione (DAMS) presso l’università di Roma Tre, e tra pochi mesi prenderò il diploma di terzo anno del master alla Scuola Romana di Fotografia.
Quando hai iniziato a fotografare e perchè?
Provavo sempre a rubare la macchina fotografica dalle mani di mio padre quando ero piccola, ma ho iniziato a scattare veramente per conto mio grazie all’arrivo delle prime compatte digitali. A 15 anni avevo sempre la macchina fotografica in tasca ed ero l’incubo dei miei amici. Ma ho iniziato a scattare davvero con un minimo di cognizione dopo l’università. Quando ho capito che era la strada che volevo intraprendere mi sono iscritta alla Scuola Romana di Fotografia.
Il tuo / i tuoi generi fotografici?
Principalmente ritratto.. anche se non ho uno stile ben definito, mi piace cogliere diverse sfumature. Adoro cercare e trovare una connessione con chi ho davanti. Gli sguardi, diretti o omessi, mi emozionano moltissimo. Mi piace raccontare i luoghi, non in maniera documentaria, bensì in un modo che esprima il mio stato d’animo e le sensazioni provate in quei momenti, per questo il mio stile è molto vario anche in questo genere. Ogni luogo come ogni persona ha il suo carattere, la sua personalità, e il suo modo di farsi vedere.
La tua giornata tipo?
Per fortuna non ho una giornata tipo, e la cosa mi piace molto. Nonostante la fotografia occupi un grande spazio la mia testa è occupata da molte altre cose.. guardo molti film, seguo delle lezioni di danza, navigo su internet in cerca di cose nuove da conoscere. Scatto, e passo parecchio tempo a pensare ai miei progetti, in progress e futuri.
Puoi raccontarci la fotografia più importante della tua carriera o quella a cui tieni di più?
Direi questa… non sarà la più importante della mia carriera, ma è una fotografia che ho scattato in una giornata importante, perché ha segnato il momento in cui ho deciso “sì, voglio scattare foto per vivere”. Inoltre per qualche motivo guardarla mi trasmette tranquillità, è come se mi dicesse “vai, sei sulla strada giusta”.
Cosa c’è dentro la tua borsa fotografica?
Ho una Canon 5D Mark III, con un 35mm, un 50mm e un 75-300mm. Per la fotografia analogica, una Pentax K1000 ereditata da mio padre, con un 50mm e un 135mm. Uso abbastanza spesso anche la mia Fuji Instax Wide, e ogni tanto mi diverto con la mia Diana F+ della Lomography con la quale posso scattare in medio formato.
Cosa pensi di aggiungere a breve nella borsa e cosa invece pensi di dare via?
Dar via nulla, ma spero di poter aggiungere a breve un 24-70 o un 24-105 per la Canon.
Il sito di fotografia che visiti più spesso?
Non visito dei siti specifici, giro molto cambiando spesso fonti, e sono più che altro legata alla carta. Cerco di comprare spesso riviste, soprattutto quando mi trovo all’estero, dove ho possibilità di trovare cose molto interessanti.. i miei ultimi acquisti tornando da un viaggio in Inghilterra sono stati Wonderland, Dazed e una nuova scoperta, Kinfolk.
Grazie Giulia!
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