Guido Fuà è un fotografo ritrattista italiano, laureato in antropologia visiva presso l’Università di Roma (La Sapienza). Fondatore e direttore dell’Eikona Studio, pubblica da oltre vent’anni sulla stampa nazionale e internazionale con commissionati di fotografia editoriale, fotografia corporate e advertising, fotografia di reportage nelle sue varie accezioni: di viaggio, sociale e street photography. Ha introdotto con molto anticipo, già dai primi anni ’90, le tecniche “strobist” in Italia. È attivo da un decennio nel campo della formazione come docente presso le più importanti scuole di fotografia in Italia, e con numerosi workshops realizzati in Italia ed all’estero.
Quando hai iniziato a fotografare e perchè?
Ho iniziato a fotografare nel 1975 con una Yashica biottica 6×6 con il mirino a pozzetto. Mia padre la usava per hobby e l’aveva sostituita con una reflex. E poi nel 1976 la camera oscura, dove facevo anche le 5 del mattino, andando a scuola tardi in ritardo con una giustificazione non proprio regolare. All’inizio per me la fotografia era una passione ed un gioco e non pensavo affatto di farla diventare la mia professione.
Il tuo / i tuoi generi fotografici?
I miei generi fotografici sono piuttosto ampi, vanno dal reportage sociale e di viaggi, attraverso il ritratto editoriale ambientato e in studio, per la figura femminile, cataloghi fashion e nudo, fino alla fotografia industriale e d’interni.
La tua giornata tipo?
Controllo mail e messaggi vari, faccio colazione. Sbrigo burocrazia e poi vado in studio, dove mi aspetta uno shooting, oppure prove tecniche di nuove o vecchie attrezzature e accessori; poi faccio ricerca iconografica per trovare ispirazione, mi dedico alla post-produzione e all’archiviazione dei servizi. Per finire faccio palestra (ne ho una attrezzata in studio) quando non vado a Kung fu. Ovviamente questa routine, non tiene conto dei giorni in cui salta tutto per lezioni e workshop, oppure lavori fuori sede. Dove spesso porto oggetti (Kindle, elastici per training, casse Bose per la musica) per passare il tempo dopo l’attività fotografica, che finisco per non usare mai perché i tempi di lavoro sono sempre più stretti e serrati.
Puoi raccontarci la fotografia più importante della tua carriera o quella a cui tieni di più?
La fotografia più importante! Una domanda sempre difficile, perché ci sono molte fotografie che i fotografi sentono come figli a pari merito. Forse ne potrei indicare una che ho realizzato nel 1986 in una mansarda di fronte al lago di Lochness in Scozia, dove mi trovavo per viaggio con la mia ragazza. E’ la prima volta che ho provato un brivido “creativo”, la indistinta consapevolezza che stavo facendo qualcosa che andava oltre la routine fotografica e forse anche al di là delle mie intenzioni, non sapevo nemmeno spiegare il perché allora, ma sentivo di aver concepito qualcosa di bello ed unico. In genere questo tipo di brividi si possono avere solo quando si realizza qualcosa di genuinamente artistico, o quando ci si rende testimoni di qualcosa di drammatico con cui si informa il prossimo. I due tipi di brividi fotografici: artistici o giornalistici.
Cosa c’è dentro la tua borsa fotografica?
In realtà io non ho una sola borsa fotografica, cambiano molto a seconda del tipo di assignment. Per cui in questo caso ho pensato di raccontare la borsa che mi porto quando parto per un periodo abbastanza lungo. Quindi porto attrezzatura che possa funzionare sia per ritrattistica ambientata ed editoriale, che per reportage sociale e street photography. In questo caso uso un Trolley Think Tank Airport e dentro c’è quello che segue:
1 Canon 5D Mark III,
1 Canon 5D Mark II,
1 ob Canon 16-35mm f2.8 II,
1 ob Canon 24-70mm f2.8 II,
1 ob Canon 70-200 mm f4 II,
1 ob Canon pancake 40 mm f2.8,
1 ob Canon 85mm f.1.8,
3 Speedlite 600EX-RT,
1 Speedlite Transmitter ST-E3-RT,
1 Nikon Coolpix A con mirino ottico aggiuntivo,
1 Fujifilm X-M1 con ob Zeiss Distagon f2.8 X-Mount,
1 esposimetro da battaglia,
1 ColorChecker X-Rite,
Batterie ricaricabili per i flash,
Porta schede Compact Flash,
Più vari accessori per i flash e batterie di ricambio per le Canon 5D.
Cosa pensi di aggiungere a breve nella borsa e cosa invece pensi di dare via?
In realtà da poco ho dato via una Fujifilm X-Pro1 e penso di sostituirla con una Fujifilm X-T1. Vorrei acquistare un corredo medio formato digitale o Pentax o Phase One (nell’analogico ho Hasselblad 503c, Hasselblad X-Pan, Pentax 6×7, Pentax 645).
Il sito di fotografia che visiti più spesso?
PDN e Lens Culture.
Grazie Guido!