Mi chiamo Jacopo Rufo, sono un fotografo freelance di venticinque anni con base a Barcellona. Negli ultimi anni ho vissuto prevalentemente a Roma. La fotografia non sempre è il mio mestiere principale, per cui mi ritrovo spesso a lavorare in altri ambiti come la grafica o il video. Sono alla continua ricerca di nuovi lavori e in questo periodo mi sto dedicando alla creazione di un portfolio per diventare contributor in Getty Images. In questo preciso momento sono disponibile a proposte lavorative. Negli ultimi anni ho lavorato principalmente con eventi, fotografia di scena e pubblicità. Ho collaborato con numerosi studi, soprattutto sul territorio di Roma. Tutto ciò che riguarda il mio percorso lavorativo è disponibile nel mio sito alla voce Portfolio. Per interesse personale mi dedico a progetti fotografici su temi sociali, disponibili in forma di estratto sul mio sito. Se invece volete sapere cosa succede nella mia vita, vi invito a seguirmi su Instagram !
Quando hai iniziato a fotografare e perchè?
Ho iniziato nel 2007, anche se mi sento di dire che ho preso seriamente la cosa solo con il mio trasferimento a Roma nel 2009. La passione per la fotografia ha però origini meno recenti. Ricordo da bambino quando a casa si stendeva il lenzuolo alla parete e si proiettavano le diapositive dei miei genitori prima della mia nascita, unica testimonianza di un tempo che non ho mai vissuto, di un passato che non apparteneva direttamente a me ma solo ai miei familiari. Le fotografie hanno sempre assunto un’importanza particolare nella mia vita.
Il tuo / i tuoi generi fotografici?
Per dirla con una definizione che non mi piace per niente, sono uno street photographer. Da circa sette anni non esco di casa senza macchina fotografica, sono quel tipo di persona che vive in simbiosi con il proprio zaino e che fotografa quasi tutto quello che gli passa sotto il naso. Poi, però, quando incontro qualcosa di molto interessante, canalizzo questa mia ossessione su un tema preciso e mi dedico alla creazione di un progetto ad hoc. Realizzo progetti fotografici a sfondo sociale, che pubblico su riviste online e piccole gallerie. Cerco di vedere le cose con un pizzico d’ironia, mi piacciono i contrasti, mi piacciono le persone. Credo che quella che chiamiamo con presunzione “coerenza” altro non è che lo strumento che ci siamo dati per dare un limite alla stupidità umana. Per questo motivo sono convinto che non bisogni prendersi troppo sul serio. In ogni caso il modo migliore per comprendere il mio genere fotografico è dare un’occhiata ai miei scatti.
La tua giornata tipo?
La mia giornata tipo dipende dai post it. Sono i post it a governare la mia vita. Io m’illudo di essere libero, ma i post it comandano. Ti posso quindi raccontare la giornata di oggi: sveglia alle 9, caffè e email, news, social, impicci vari. Caffè. Preparare progetti futuri, skype con cliente per prossimo lavoro, un paio di ore di studio per l’esame di Storia della stampa periodica. Ore 13:15 pranzo. Caffè, bisogni fisiologici. Zaino sulle spalle, esco in bicicletta, foto per strada e mostra fotografica a la Virreina. Torno a casa, uno sguardo alle ultime foto del progetto di Mira Sol. Cena, chiacchiere con i coinquilini, un’occhiata a un paio di siti di fotografia. Scrivere email a BAGzine. Appena finisco leggerò un paio di capitoli di un libro di Mendoza che sto leggendo in questo periodo. Domani invece parto per Bruxelles.
Puoi raccontarci la fotografia più importante della tua carriera o quella a cui tieni di più?
Non saprei dire qual è la fotografia più importante della mia carriera. Non so nemmeno se la mia si possa definire carriera. Diciamo piuttosto che ci sono delle foto con cui ho un rapporto più intimo. C’è una foto fatta a Pechino nel 2013 di una bambina seduta dietro un carrellino, o la foto della signora di spalle con i capelli annodati nella metro di Roma, o la foto durante la manifestazione degli Indignados a Piazza San Giovanni a Roma. Si, forse, se proprio dovessi scegliere una foto, sceglierei questa. Ero nel mezzo del caos più totale, lacrimogeni, spintoni, grida, idranti. Eppure, sullo sfondo, in controluce, riesco a vedere questa coppia che in totale tranquillità attraversa la piazza. Ho gli occhi impiastricciati di lacrimogeni e sudore. Vedo qualcosa di simile a un adulto e un bambino, con tanto di palloncino. Ho scattato questa foto per un motivo molto preciso: volevo sapere se si trattasse di un’allucinazione.
Cosa c’è dentro la tua borsa fotografica?
La borsa del lavoro è diversa dalla borsa che porto quotidianamente in giro. Nella borsa del lavoro, un Fastpack 350 (che amo), metto la D610 con Nikon 24-85, Nikon 50mm, Sigma 70-200, Flash Sb700, MacBookPro Retina, filtri, hard disk, tavoletta, schede e chincaglierie varie. Se serve porto il Kit Lastolite. Quando esco per fatti miei porto quello di cui ho bisogno. Di solito mi limito al Fastpack 250 da battaglia, corpo macchina con un paio di ottiche. Spesso porto con me anche la Canonet28 con un paio di pellicole molto comuni, o una vecchia Pentax con un paio di ottiche buone. Poi, ovviamente, a seconda delle esigenze porto con me il necessario a realizzare gli scatti di cui ho bisogno.
Cosa pensi di aggiungere a breve nella borsa e cosa invece pensi di dare via?
Non penso di dare via niente, se non il 24-85 ma solo per comprare un 24-70 Nikon. Per quanto riguarda ciò che vorrei aggiungere, potrei stilare una lista infinita. Sicuramente il prossimo acquisto è una Fuji X100 e sto riflettendo su un grandangolare decentrabile per Nikon. Prossimamente dovrei fare un lavoro a Hong Kong, spero di tornare con qualche bel giocattolino.
Il sito di fotografia che visiti più spesso?
Lens Culture, Fotocrazia, Internazionale, Times, FlufferMagazine, Widewalls e poi i vari siti dei singoli fotografi. Ultimamente passo molto tempo su Burnmyeye.com e sul sito personale di Martin Parr. Dedico un po di tempo anche a Instagram, che utilizzo praticamente come un blog. Ritengo che anche siti come 4chan e 9gag possano essere risorse di idee, per cui molte volte mi ritrovo a navigare su siti che pur non occupandosi di fotografia in senso stretto, utilizzano molto le fotografie. Inoltre, a mio parere, il sito migliore rimane sempre la libreria sotto casa.
Grazie Jacopo!
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