Mi chiamo Katia Morichetti, sono un avvocato di 40 anni e dopo quasi vent’anni a Bologna, vivo a Brescia, dove lavoro.
Il mio percorso fotografico è molto semplice. Ho frequentato un corso base di fotografia e poi ho cercato di capire cosa potesse interessarmi. Per fare questo, ho partecipato ad alcune masterclass importanti, per cercare di lavorare con i fotografi che ammiravo, imparando molto. Ho lavorato nei teatri come fotografa di scena. Ho vinto qualche premio. Ho avuto la fortuna di esporre in mostre collettive in Italia e all’estero e di collaborare a pubblicazioni indipendenti.
Quando hai iniziato a fotografare e perchè?
Ho iniziato 5 anni fa, perché volevo capire come funzionava – meccanicamente – una macchina fotografica, ho poi deciso, dopo averla rimontata, che dovevo farci qualcosa, ed ho iniziato ad interessarmi di fotografia.
Il tuo / i tuoi generi fotografici?
La street ed il reportage, ma sto avendo qualche soddisfazione (incredibilmente) anche dal ritratto.
La tua giornata tipo?
Io giro molto per lavoro, quindi scatto durante gli spostamenti per lavoro, soprattutto la mattina presto. Dormo purtroppo molto poco. La sera controllo ciò che ho prodotto, pubblico qualcosa, vado a letto.
Puoi raccontarci la fotografia più importante della tua carriera o quella a cui tieni di più?
La più importante per me è il ritratto di mio padre che segue. Fu esposta a Londra, ma è il dato che conta meno. Vedo mio padre in quella foto, per ciò che realmente è, ed è difficile afferrarlo: mio padre parla molto poco.
Cosa c’è dentro la tua borsa fotografica?
La mia compatta Sony Rx1 (che è in riparazione e dunque non posso mostrarvi) e poi a scelta, a seconda di ciò che voglio fare, la Fuji X-T1 o una delle due reflex: una Nikon D700 o una Nikon D300 monocromatica alla quale ho fatto togliere il filtro colore. Entrambe con un 50mm. L’iPod. Un blocco e dei pennarelli. Una lensbaby composer.
Cosa pensi di aggiungere a breve nella borsa e cosa invece pensi di dare via?
Non ho particolari desideri. Ho attraversato un periodo in cui desideravo sempre nuovi giocattoli fotografici: ora mi sento a posto così. Non do via mai nulla, mi affeziono.
Il sito di fotografia che visiti più spesso?
Lens, il blog del New York Times. Ogni mattina prestissimo: vi ho detto che dormo poco… Poi adoro Instagram.
Grazie Katia!
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