Mi chiamo Luca Quagliato, ho 30 anni e sono un fotografo e videomaker freelance.
Vivo a Milano dove faccio base e lavoro nella fotografia di interni prevalentemente in città e nella Brianza profonda. Nel frattempo mi occupo di fotografia documentaristica su progettualità a lungo termine. Anche la produzione di immagini in movimento prende sempre più piede nella professione e nella ricerca personale, quest’anno uscirà anche un cortometraggio sperimentale realizzato che ho diretto insieme a Guglielmo Trupia di EneceFilm (http://www.enecefilm.com/).
Attualmente mi occupo di tematiche ambientali e cerco di applicare una fisolofia slow ai miei lavori. Faccio parte di un collettivo (http://www.habitatproject.it/) con il quale portiamo avanti progetti di narrazione visuale partecipata.
Quando hai iniziato a fotografare e perchè?
Papà mi ha trasmesso la passione sin da bambino ma l’11 Settembre 2001 è stato un momento di svolta, perchè compresi l’importanza delle immagini a supporto della storia. Da allora tutto è cambiato, ma continuo a tenere al centro l’importanza di essere fisicamente presenti durante l’atto fotografico. Tra assistato e primi lavori ho iniziato a fotografare nel 2008, ma ho iniziato a dedicarmi a progetti complessi dal 2012 in poi.
Ora le motivazioni sono diverse, ma al centro rimane una lettura della realtà che permetta divulgazione verso un pubblico.
Il tuo / i tuoi generi fotografici?
Credo di rientrare nel pentolone moderno della fotografica documentaristica. Non sono un fotogiornalista, ne’ un paesaggista puro. Mi colloco in mezzo e lavoro con lentezza e coscienza sui temi che tratto, questo credo sia la fotografia documentaristica oggi.
La tua giornata tipo?
Non esiste e sono felice così! Di sicuro cerco di non rinunciare mai a un momento per leggere libri di carta e uno per bere un paio di birre. Cerco sempre anche di camminare, ovunque io sia, per tenere attivo il lanternino alla ricerca di spunti di inquadrature, persone, luoghi interessanti. Sono un grande sostenitore dello stare fuori casa e vivo con sofferenza le giornate passate alla scrivania, anche se il lavoro obbliga spesso a starsene rintanati davanti al monitor.
Altra routine è lo sfoglio dei quotidiani e delle riviste, è una buona pratica, fondamentale per chi è curioso e si occupa di contemporaneità.
Puoi raccontarci la fotografia più importante della tua carriera o quella a cui tieni di più?
E’ una foto scattata al porto del Pireo, nella provincia di Atene, credo fosse il 2012. E’ come se mi vedessi allo specchio, letteralmente immerso nella città. La grecia è stato un punto di svolta nella mia storia personale, più che professionale, e considero Atene mia città di adozione.
Cosa c’è dentro la tua borsa fotografica?
Da quando la possiedo ho sempre con me una piccola Fuji X100 in una discreta pouch da cintura Domke. L’ho usata per interi lavori così come per le foto di quando sono in vacanza. Per lavorare principalmente scatto con una Sony Alpha7RII su cui monto delle ottime ed economiche ottiche Canon FD, che tra l’altro sono perfette anche per il video.
Lavoro in luce ambiente o luce continua, se serve mi aiuto con un piccolo LED. Poi c’è una piccola agenda/bloc notes daily planner, i biglietti da visita, gli auricolari per staccare e ascoltare della musica quando ne ho voglia. Sul versante analogico invece lavoro con un ottimo banco 10×12 folding Horseman 45FA, con tutto il necessario per scattare.
Capita spesso che io esca solo con decimo dell’attrezzatura che mostro qui. Il cavalletto è fondamentale, ne ho di diversi a seconda del tipo di lavoro che devo fare e in base ai chilometri da percorrere a piedi. Quando faccio video cambia tutto, in tal caso preferisco noleggiare ciò che mi serve a seconda del tipo di lavoro. Un monopiede Manfrotto è comunque il mio alleato principale, e la Sony si conferma un’ottima camera anche dal lato video per le produzioni più piccole.
Cosa pensi di aggiungere a breve nella borsa e cosa invece pensi di dare via?
Ho appena fatto sparire il sistema reflex che usavo in precedenza, per ora non ho altri acquisti in programma. Forse una x100F potrebbe mandare in pensione la mitica x100 prima versione!
Il sito di fotografia che visiti più spesso?
Solitamente i siti che parlano di fotografia mi annoiano, devo dire che http://fotoroom.co/ ha una linea che non mi dispiace per niente 🙂
Grazie Luca!
Link:
Sito web
La terra di sotto
Habitat Project