Mi chiamo Luigi Baldelli e sono un fotografo free lance a tempo pieno. Mi occupo di reportage sociali in giro per il mondo. Sono diventato fotografo professionista nel 1985 e dal 1989 ho iniziato a seguire i più importanti avvenimenti nazionali e internazionali.
E poi ho avuto la grande fortuna, nel 1995 di iniziare a lavorare con quello che viene considerato uno dei più grandi inviati speciali italiani, Ettore Mo del Corriere della Sera. La nostra collaborazione è andata avanti per circa 20 anni. Insieme abbiamo raccontato più di 150 reportage sociali e di attualità in giro per il mondo per il Corriere della Sera. Molti di questi reportage sono stati raccolti e pubblicati in diversi libri dalla Rizzoli.
Contemporaneamente ho continuato a seguire anche altre storie per magazine italiani e stranieri. Insomma, sono fortunato, faccio quello che per me è il più bel mestiere del mondo. Le mie foto dell’Afghanistan sono nell’edizione illustrata del best seller Il cacciatore di aquiloni in Italia, U.S.A, Brasile, Olanda e adesso sta uscendo in Cina. Così per l’altro best seller Mille splendidi soli. Mi occupo principalmente di tematiche sociali.
Quando hai iniziato a fotografare e perchè?
La prima volta è stato quando andavo alle scuole medie. Un professore portò in classe una fotocamera reflex, ancora me la ricordo, una Pentax Spotmatic. Rimasi affascinato. E così la fotografia diventa un hobby e mi ha sempre accompagnato. Poi fare il fotografo per i giornali inizia a diventare il mio sogno. Divoravo tutte le copie di Epoca, Life, Europeo e libri di fotografia. Dopo due anni di università, medicina, ho trovato la strada per diventare fotografo. Tre anni a fotografare la cronaca di Roma. Una gavetta e una scuola importantissima. Nel 1987 ho lasciato la cronaca locale ed iniziato a seguire prima quella nazionale e poi nel 1989 il primo reportage all’estero. E da lì ho continuato e continuo ancora oggi.
Il tuo / i tuoi generi fotografici?
Fotografia documentaria, tematiche sociali, reportage.
La tua giornata tipo?
Non esiste una giornata tipo. Mi sveglio abbastanza presto e dopo un paio di caffè per iniziare a carburare, se sono a casa, leggo i giornali, guardo siti nazionali o internazionali di fotografia, giornalismo o notizie, controllo le mail, organizzo i lavori futuri, scrivo progetti di lavoro. Poi mi piace leggere, cucinare e bere un buon bicchiere di vino rosso. Se invece sono in giro a lavorare, mi sveglio sempre presto e sempre dopo i due caffè, esco e seguo il programma che ho preparato, incontro le persone che devo fotografare o vado nei luoghi che ho scelto, se posso mi muovo il più possibile a piedi, sempre ben disposto, nel caso, a cambiare il programma della giornata.
Puoi raccontarci la fotografia più importante della tua carriera o quella a cui tieni di più?
Per me non esiste una foto più importante o meno. Potrei dirti che sono tutte importanti o che quella importante devo ancora farla e che non la troverò mai. Io credo che il nostro mestiere, nella sua complessità o semplicità è importante.
Cosa c’è dentro la tua borsa fotografica?
Viaggio abbastanza leggero. 1 Sony a7RII, 1 Sony a7II, due ottiche Zeiss 24-70, un 55mm Zeiss e un 35mm Zeiss e una mirrorless. Un block-notes, un flash e due contenitori di schede. Ma poi quando sono in strada uso un marsupio e porto solo una macchina con un paio di ottiche, una mirrorless, le schede, un panno per la pulizia delle ottiche e due pacchetti di sigarette e caramelle che uso quando non posso fumare. Il resto rimane in camera insieme al computer. A volte porto una vecchia Rapid Omega 200 o una Mamiya RB pro, entrambe 6×7 a pellicola.
Cosa pensi di aggiungere a breve nella borsa e cosa invece pensi di dare via?
A breve aggiungerò la nuova mirrorless della Sony, la a6300 con il suo zoom, (infatti adesso non è in foto perchè ho dato indietro la vecchia a6000 e sto aspettando la nuova) e il 28 fisso per le a7. Poi mi piacerebbe prendere una panoramica.
Il sito di fotografia che visiti più spesso?
Diversi:
Time Lightbox, New York Times, Der Spiegel, Instagram, facebook, ed altri.
Grazie Luigi!