Mi chiamo Michele De Punzio, sono nato nel 1986 ad Anagni (FR) e attualmente vivo e lavoro a Roma come fotografo.Mi sono diplomato in fotografia nel 2010.
Nel 2012 ho realizzato America’s Fun.
Nel 2013 sono stato tra i vincitori del National Geographic photo contest USA nella categoria People.
Sempre nel 2013 ho iniziato il progetto Calm in New York City, in corso.
Nel 2014 ero tra i finalisti del Kuala Lumpur Awards con il ritratto American Woman.
Attualmente sto realizzando un progetto sul territorio romano.
Dal 2014 all’attività di fotografo affianco quella di insegnante nelle scuole superiori con un corso di fotografia.
Quando hai iniziato a fotografare e perchè?
Ho iniziato ad interessarmi alla fotografia mentre studiavo cinematografia all’università.
Mi sono appassionato all’uso della luce guardando il cinema espressionista tedesco mentre Alfred Hitchcock e Stanley Kubrick sono i miei maestri per quanto riguarda l’utilizzo dell’inquadratura.
Il potere evocativo delle immagini nei film di David Lynch suscita nello spettatore diversi stati d’animo e interpretazioni: questo mi ha ispirato nel realizzare delle immagini con più chiavi di lettura, libere di trasmettere diverse emozioni.
Il tuo / i tuoi generi fotografici?
Sicuramente sono predisposto per la fotografia ritrattistica, ma non voglio chiudermi in un genere. Alcuni dei miei ritratti non hanno soltanto valenza estetica ma anche sociale: il progetto fotografico America’s Fun ne è l’esempio, una sorta di way of life di italiani che abbracciano usi e costumi della cultura Americana.
Mi sto avvicinando anche alla fotografia documentaria; attualmente sto realizzando un progetto sul territorio di Roma e ne ho un altro in corso su New York.
La tua giornata tipo?
La mia giornata tipo… bella domanda! Ho più giornate tipo.
Giornate in cui mi dedico allo studio e alla ricerca dei miei progetti, giornate nelle quali scatto fotografie, giornate che passo ad editare ciò che ho prodotto; quelle che trascorro con i miei alunni: ho ideato e sto portando avanti un corso di fotografia per i ragazzi delle scuole superiori.
Il tempo che resta lo dedico alla lettura, ai film e alla musica.
Puoi raccontarci la fotografia più importante della tua carriera o quella a cui tieni di più?
La mia fotografia più importante e sicuramente quella più nota al pubblico oggi è il ritratto realizzato in auto al semaforo a Francesca, la mia ragazza; è una fotografia estemporanea scattata in un momento di quotidianità. E’ stata premiata nel contest National Geographic USA nel 2013 nella categoria Persone.
Vorrei sottolineare che per me non c’è una fotografia importante ma delle fotografie significative in chiave della realizzazione di un progetto e delle fotografie che mi raccontano personalmente e alle quali sono legato emotivamente.
Cosa c’è dentro la tua borsa fotografica?
La borsa che ho con me oggi è molto leggera e versatile, perfetta per quando devo camminare molto e realizzare fotografie sul territorio o fare sopralluoghi. Come potete vedere dall’immagine c’è una mappa di Roma, una Fujifilm X20, la Nikon D800E con il 35mm f/2 ed il 50mm f/1.4, un quadernino, il MacBook Air e un piccolo modem per restare sempre connesso.
L’altra borsa invece è molto più pesante, la utilizzo per la fotografia ritrattistica e gli assignment. All’interno c’è la Nikon D800E, con ottiche 35mm f/2, 50mm f/1.4, 24-70 f/2.8 e il 70-200 f/2.8.
Un Flash SB900 con trigger Elinchrome, una Polaroid 660, il MacBook Air con un piccolo hard disk e il modem.
Cosa pensi di aggiungere a breve nella borsa e cosa invece pensi di dare via?
Per quanto riguarda la Nikon vorrei aggiungere un 85mm. E poi sostituirei la Fujifilm X20 con una Fujifilm X100T e una Ricoh GR.
Il sito di fotografia che visiti più spesso?
Passo moltissimo tempo su Instagram, scopro ogni giorno fotografi e lavori molto interessanti.
Grazie Michele!
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