Ciao mi chiamo Pietro Baroni, 39 anni, sono un fotografo, regista e mi piace realizzare anche installazioni.
Da gennaio 2016 sono un Leica Ambassador.
Vivo e lavoro principalmente a Milano ma mi muovo spesso.
Nel 2016 sono stato un po’ di mesi a Rio de Janeiro e ora sono in India per dei commissionati.
Mi sono laureato in Scienze Naturali a Milano, intraprendendo il percorso di fotografo come accurato osservatore di mondi nuovi da esplorare, persone da scrutare, per poi documentare. Dopo aver fatto ricerca in luoghi come la Tanzania, con uno studio sui leoni, e poi in Islanda e Marocco come guida, ho iniziato a collaborare con con numerose riviste. Il passo successivo è la città e il sociale, raccontato attraverso l’essere umano e le sue espressioni.
Tra le ultime cose: nel 2015 ho girato i 5 continenti per un grosso progetto fotografico commissionato da EXPO2015.
Nel 2016 ho realizzato una mostra complessa e a cui tengo molto dal titolo “Just an hour ago” per la Design Week a Milano; sono stato 3 mesi a Rio de Janeiro per altri lavori artistici legati alla musica brasiliana e alla situazione attuale delle favelas carioca.
Quando hai iniziato a fotografare e perchè?
Ho iniziato quando mio nonno a 15 anni mi regalo una sua reflex. Mi sono innamorato subito del concetto di luce che imprime la pellicola.
Il tuo / i tuoi generi fotografici?
Il ritratto sicuramente. Mi piace raccontare le persone e realizzare progetti fotografici che parlino della società contemporanea. Ma anche i progetti in cui c’è una ricerca creativa e intellettuale molto profonda prima che vengano realizzati gli scatti. E in questo caso possono essere ritratti, paesaggi, interni costruiti, macro…
La tua giornata tipo?
Non esiste.
Ho tante cose diverse da fare sempre e tra le più variegate. Non ho uno schema definito.
Sicuramente sono uno che si sveglia presto.
Ci sono giornate di shooting, di editing, di progettazione, di viaggio, di ideazione, di riunioni…
Puoi raccontarci la fotografia più importante della tua carriera o quella a cui tieni di più?
Non parlerei di una sola foto ma di una serie. Quella chiamata “Milan Closets”.
Oggi ho cambiato modo di fotografare e lo trovo un progetto sicuramente giovanile e datato. Ma è stato un lavoro che mi ha permesso di essere conosciuto al grande pubblico e ha portato a cascata numerose nuove opportunità.
Cosa c’è dentro la tua borsa fotografica?
Viaggio leggero: una Leica Q, una Leica SL con 24-90mm, flash a slitta.
Poi a seconda delle occasioni monotorce con batteria esterna per ritratti ambientati, medi formati digitali, stativi.
Cosa pensi di aggiungere a breve nella borsa e cosa invece pensi di dare via?
Spero di aggiungere a breve una Leica M e un 35mm Summicron.
Il sito di fotografia che visiti più spesso?
Non ho un sito di riferimento.
Credo che ora sia Instagram e tutti i profili dei fotografi che mi piace seguire. Dai più famosi ai meno conosciuti.
Grazie Pietro!
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