Mi chiamo Salvatore Federico sono nato e vivo in un piccolo paese della provincia di Vibo Valentia. Ho 35 anni e da circa 8 mi occupo di fotografia. Ho studiato fotoreportage all’ISFCI di Roma tra il 2013 e il 2014. Grazie alla fotografia scopro ogni giorno una Calabria diversa che cerco di raccontare nelle sue varie sfaccettature, dall’aspetto naturalistico a quello antropologico, provando a narrarne le sue contraddizioni.
La Calabria è meta di migrazione, soprattutto negli ultimi anni; seguendo questo fenomeno ho avuto l’opportunità di conoscere da vicino culture diverse.
Quando hai iniziato a fotografare e perchè?
Ho iniziato ad avvertire il bisogno di fotografare in un periodo di intenso rapporto con la montagna, vissuto per circa quattro anni. Le mie giornate iniziavano all’alba e si concludevano quando la luce era appena sufficiente per intraprendere la strada di ritorno. Dopo, però, ho sentito il bisogno di spostare il mio interesse verso altro, ed in modo particolare verso l’essere umano, cercando di rapportarmi con i diversi paradossi umani.
Il tuo / i tuoi generi fotografici?
Il mio genere fotografico, o almeno quello per cui provo un forte interesse è il reportage sociale e la fotografia documentaria. Vorrei, un giorno, poter tornare a fare fotografia naturalistica e rivivere la montagna come un tempo, ma deve accadere in modo spontaneo.
La tua giornata tipo?
La mia giornata tipo viene determinata da quello che devo fare. Se devo scattare mi sveglio presto ed esco presto, dalle mie parti c’è il detto “la matina fà la jurnata”, che significa “dalla mattina dipende la giornata”. Se, invece, non vado da nessuna parte la mia giornata inizia in modo del tutto tranquillo, leggo e studio (penso si possa fare fotografia documentaria solo così), cercando di trovare spunti per nuovi progetti e nuove storie. Mi informo ed ogni tanto “provo” a mettere ordine ai miei hard disk. Diciamo comunque che la mia vita sociale è collegata molto alla fotografia.
Puoi raccontarci la fotografia più importante della tua carriera o quella a cui tieni di più?
In realtà penso che più che alla fotografia sono legato ai contesti dove scatto le foto, alle emozioni che vivo o che ho vissuto. In ogni caso sono molto legato al mio primo vero progetto fotografico importante cioè “La mamma”.
É un progetto in cui ho davvero dedicato tanto lavoro, di studio e di programmazione, di contatti ed anche di sacrificio. É un viaggio fotografico attraverso la simbologia ed i luoghi della ‘ndrangheta.
Cosa c’è dentro la tua borsa fotografica?
Al momento ho due corpi macchina, una Nikon D610 e una Nikon D7000. Come ottiche ho un Nikon 24mm f2.8, un Nikon 35mm f1.8 ed anche un vecchio Nikon 50mm 1.8. Ho delle schede di memoria extra e qualche panno per la pulizia delle lenti, due agendine, qualche decina di penne e matite che, quando servono, stranamente non trovo mai, ed anche un poncho impermeabile.
Cosa pensi di aggiungere a breve nella borsa e cosa invece pensi di dare via?
Darei via tutto in certi momenti!
Non so, forse darei via la Nikon d7000 con il 35mm f1.8, o forse solo il 35mm perché un po’ mi ci affeziono ai corpi macchina.
Aggiungerei un corpo macchina più piccolo della Nikon D610.
Ma un giorno aggiungerò una Leica 🙂
Il sito di fotografia che visiti più spesso?
Quello della Magnum oltre ai siti di vari fotografi, poi anche il sito della FSA.
Grazie Salvatore!