Ciao mi chiamo Valentino Bellini ed ho 33 anni. Mi occupo principalmente di fotografia, da fotografo freelance e come fondatore dell’associazione MINIMUM di Palermo, dove vivo e lavoro.
Quando hai iniziato a fotografare e perchè?
Ho iniziato a fotografare probabilmente quando ero molto molto piccolo, non ricordo esattamente, sicuramente durante la mia infanzia ho utilizzato le attrezzature di mio padre che era un entusiasta fotoamatore e che utilizzava la fotografia per scopi di ricerca botanica.
Ho effettivamente cominciato a vedere la fotografia come una potenziale occupazione quando frequentavo l’università a Palermo, università che ho poi abbandonato per studiare fotografia.
Il perchè lo ricollegherei probabilmente a quanto appena detto sulla mia infanzia e su mio padre.
Il tuo / i tuoi generi fotografici?
I miei generi fotografici sino ad ora sono stati prevalentemente il documentario e il fotogiornalismo. Oggi mi sto lentamente allontanando da questi due generi, principalmente per la scarsa qualità dei canali di output disponibili, specialmente in Italia, dove troppo spesso le regole di mercato impongono una copertura superficiale degli eventi.
Adesso sto virando un po’, sto ad esempio pianificando un mio progetto personale che sarà prevalentemente staged, con utilizzo di luci e styling dedicato. Anche il soggetto e la finalità non avranno più quel carattere documentale che ricercavo nei lavori precedenti. Ma per adesso non voglio anticipare troppo 🙂
La tua giornata tipo?
La mia giornata tipo può variare moltissimo. Diciamo che negli ultimi mesi sto dedicando molto tempo al progetto MINIMUM, quindi passo tanto tempo in studio per la programmazione delle attività e per il laboratorio di stampa. È uno spazio giovane e stiamo con successo costruendo una bella comunità attraverso le attività e i servizi che offriamo. C’è molta strada ancora da fare e probabilmente il 2018 sarà un anno chiave per Palermo e quindi anche per noi.
Puoi raccontarci la fotografia più importante della tua carriera o quella a cui tieni di più?
Questa è una delle foto che per me sono più importanti. L’ho scattata ad Accra nel 2012 e fa parte di un progetto che si chiama Bit Rot e che racconta il contrabbando e lo smaltimento dei rifiuti elettronici in giro per il mondo.
Il ragazzo ritratto era stato un po’ la mia chiave di accesso a quella comunità, e purtroppo poco tempo dopo è venuto a mancare a causa di una serie di eventi sfortunati.
Nella foto posava per un ritratto. Il fuoco che si vede in primo piano è un cumulo di rifiuti che vengono bruciati per eliminare le parti di poco valore come le plastiche e ottenere i materiali rivendibili come il rame.
Cosa c’è dentro la tua borsa fotografica?
La mia borsa fotografica si compone a seconda del lavoro che devo svolgere. In generale quando lavoro a dei progetti personali prediligo un approccio lento e riflessivo e allora uso più spesso macchine a pellicola. Credo che la Mamiya7 sia una delle migliori macchine medio formato analogiche esistenti su questo pianeta, la uso da tanto tempo, insieme al suo normale e al suo grandangolo. In passato ho anche usato con grandi soddisfazioni una Horseman FA 45, una folding grande formato.
Utilizzo sempre sacche piombate per pellicole DOMKE.
Quando invece lavoro in commissionato e/o è necessaria più velocità sopratutto nella fase successiva allo scatto preferisco per ovvie ragioni usare macchine digitali. Uso Nikon solo perchè mio padre usava Nikon e da lui ho cosi potuto ereditare alcune ottiche.
Ultimamente ho iniziato ad usare una Fuji X-T1 e trovo sia un’ottima macchina.
Affianco quando necessario, e lo faccio sempre più spesso, un flash Godox AD200, che è davvero funzionale in quanto offre una potenza molto superiore ai classici speedlight pur avendo più o meno lo stesso ingombro e peso.
Cosa pensi di aggiungere a breve nella borsa e cosa invece pensi di dare via?
Molto presto prenderò una folding nuova, ma non credo che venderò nulla, preferisco accumulare.
Il sito di fotografia che visiti più spesso?
Per il sito di foto più visitato dicono tutti ASX e allora io dico Conscientious.
Grazie Valentino!
Link:
Sito Web
The Bit Rot Project
This is show we walked on the Moon
Minimum Studio