Mi chiamo Vieri Bottazzini e sono un fotografo paesaggista italiano nato nel 1970. Leica Ambassador e docente Leica Akademie Italy dal 2016, sono Associate del prestigioso British Institute of Professional Photography e affianco al mio lavoro fotografico una passione decennale per l’insegnamento, tenendo Workshop di fotografia di paesaggio in Italia e in giro per il mondo.
Quando hai iniziato a fotografare e perchè?
Mah, è difficile rispondere precisamente – direi che fotografo da sempre, più o meno intensamente; ho cominciato da piccolo giocando con la Nikon F di mia madre, e non mi sono mai fermato, pur avendo fatto altro professionalmente per anni. Il mio percorso di vita mi ha infatti portato alla fotografia professionale relativamente tardi, dopo quasi un ventennio passato girando il mondo come musicista; fotografo professionalmente dal 2005, continuando sempre a girare il mondo ma dedicandomi a rappresentarne la forza e la bellezza. Nonostante le sfide quotidiane, o forse proprio grazie a esse, dopo un decennio vissuto con la fotografia la passione, gli stimoli e l’energia non accennano a diminuire, anzi!
Il tuo / i tuoi generi fotografici?
Ho cominciato a fotografare professionalmente con il ritratto e con la fotografia di stage, prevalentemente con (ex) colleghi musicisti come clienti, e con la street photography, che amo sempre moltissimo. Amando poi da sempre moltissimo anche la natura, nel 2010 per ricaricare le mie energie sono andato a fotografare i deserti del sudovest americano, e lavorare sul paesaggio mi ha stregato. Da allora, mi dedico a ritrarre la bellezza del nostro pianeta e la straordinaria potenza della natura che ci circonda, unendo il mio amore per la natura a quello per la fotografia e per il viaggio.
La tua giornata tipo?
Anche qui, non ho una risposta precisa. Quando sono in giro a fotografare, mi alzo ben prima dell’alba e rimango in movimento fino a notte tra fotografia, esplorazione, preparazione, altra fotografia. Da anni poi organizzo Workshop di fotografia di paesaggio in giro per il mondo, sia personalmente che recentemente in collaborazione con Leica Akademie Italy, il che mi occupa sia in fase di organizzazione sia, naturalmente, durante il Workshop stesso. Quando sono a casa, invece, divido il mio tempo tra la post-produzione delle immagini dell’ultimo viaggio o Workshop, la preparazione del viaggio o del Workshop successivo, la stampa delle mie immagini sia per il mio archivio personale che per i miei clienti, la gestione del mio archivio fotografico, lo studio e l’aggiornamento, il marketing e la cura della mia presenza online, i rapporti con i clienti e la scrittura di articoli di argomento fotografico e di recensioni di materiale fotografico. Infine, vivendo in campagna, per rilassarmi e pensare faccio cose come tagliare la legna, curare l’orto, e così via.
Puoi raccontarci la fotografia più importante della tua carriera o quella a cui tieni di più?
Parafrasando un famoso detto, la fotografia più importante, la più bella, per me è sempre la prossima, quella che inseguo nella mia testa e che, probabilmente e forse anche fortunatamente, non riuscirò mai a fare. In generale, più che per singole immagini penso in termini di lavori e di progetti, che (di nuovo!) mi viene difficile dichiarare compiuti… c’è sempre quella sfuggente fotografia da aggiungere, quella che inseguo e che non trovo mai. Insomma, penso che la cosa più importante per me sia lo stimolo dato dalla ricerca di quella che chiami “fotografia più importante”, più che lo scattarla effettivamente.
Cosa c’è dentro la tua borsa fotografica?
Quando vado nel paesaggio, porto con me uno zaino MindShift Backlight 26L; dentro al momento trovi una Leica S (Typ 007) con un 24mm Super-Elmar-S f/3.5, un 35mm Summarit-S f/2.5 e un 70mm Summarit-S f/2.5, una Leica SL (Typ 601) con un 24-90mm Vario-Elmarit-SL f/2.8-4 e uno di tre obiettivi Voigtlander, il 10mm Hyper-Wide Heliar f/5.6, il 12mm Ultra Wide Heliar f/5.6 e il 15mm Super Wide Heliar f/4.5, con un adattatore S-Adapter L e un adattatore S-Adapter M per usare ottiche Leica S e Leica M sulla Leica SL. Fondamentali i filtri, non esco mai senza il mio kit di filtri Formatt-Hitech serie Firecrest comprendente filtri digradanti (0.6, 0.9, 1.2 e 1.5 stop), filtri ND (6, 10 e 13 stop) e un polarizzatore. Uso due treppiedi, un Gitzo GT4542SL equipaggiato con una testa Arca-Swiss Monoball P0 Classic per i lavori seri, e un Gitzo 0541 per quando viaggio leggero. Ho poi con me un MacBook 12” con un HD LaCie Rugged da 1TB e un iPad Mini da 32 Gb. Quando vado in giro per street uso invece una borsa Ona The Bowery con dentro o una Leica SL o una Leica M2 a pellicola e un obiettivo Leica Noctilux f/1.0 in attesa di rimpiazzare un 35mm che ho venduto con un 28mm che devo ancora trovare. Poi, ovviamente, ci sono batterie di scorta, caricabatterie, schede di memoria, panni per pulire gli obiettivi, un blocco note, matita e penna, etc.
Cosa pensi di aggiungere a breve nella borsa e cosa invece pensi di dare via?
Il mio rapporto con l’equipaggiamento è puramente d’uso, il collezionismo non m’interessa particolarmente: quello che non uso vendo, e compro quello che mi serve per un dato progetto. In questi giorni sto provando un Leica 30-90mm Vario-Elmar-S f/3.5-5.6 per la mia Leica S, poi mi piacerebbe aggiungere un Leica 28mm Elmarit f/2.8 o f/2 Summicron per la street, non appena mi decido…
Il sito di fotografia che visiti più spesso?
Confesso di vivere in una specie di modalità “internet zapping”, dove giro per diversi siti e forum dedicati alla fotografia, senza averne uno preferito: dipende dai giorni e dalle cose a cui penso e su cui voglio studiare.
Grazie Vieri!
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